I bambini, nella loro spontaneità e presenza, sono totalmente connessi con l’Universo e le sue leggi.
Come lo saremmo e lo siamo stati tutti, almeno fino a che qualche adulto armato di buone intenzioni è riuscito a farcele dimenticare o quantomeno, a farci perdere fiducia nella loro esistenza.
Le leggi spirituali funzionano esattamente come le leggi fisiche che abili scienziati hanno descritto in lungo e in largo per il nostro intendimento. Non è infatti che perché uno ignora l’esistenza della legge di gravità, che improvvisamente gli oggetti smetteranno di cadere a terra, se li si lascia andare.
Vale lo stesso per la legge di attrazione, attivata spesso purtroppo in “negativo” da pensieri ancora più inconsapevoli, lamentele, coscienza di scarsità, paure e credenze limitanti.
Qualche giorno fa, ho avuto l’onore di vedere la legge di attrazione in azione attraverso la mia bimba Amalia, di quasi 5 anni.
Per festeggiare Halloween, mi ha chiesto di travestirsi da Principessa Sofia. Così domenica scorsa siamo andate al negozio per bimbi del quartiere, un vero e proprio scrigno dei tesori pieno di giocattoli, libri e abiti usati, di ogni genere e in ottimo stato.
Il posto è piccolo e gli espositori coi travestimenti sono ben piazzati accanto alla porta, uno per bimbi da 0 a 3 e l’altro per bimbi da 4 a 8 anni. Iniziamo a spulciare nel secondo espositore, e nonostante le Cenerentole, Jasmine, Trilli e Sirenette di tutte le taglie, di Sofie nemmeno una. Vista la situazione, la mia bimba sceglie un vestito da Trilli con tanto di ali, e andiamo tranquille alla cassa.
Mi viene in mente che a volte vale la pena di domandare, non fosse altro per scambiare due parole, e così chiedo alla commessa se sapesse di avere un vestito da Principessa Sofia in negozio. Purtroppo, essendo amata quanto Frozen, sicuramente è stato uno dei primi a finire, mi risponde. Convengo con lei e saluto per andarmene. Sulla porta di uscita, Amalia si volta a guardare l’espositore di abiti 0-3 anni ed esulta: “Guarda mamma! Lì c’è il vestito di Sofia!”
Mi avvicino e controllo subito la taglia, scoprendo che è per i 4 anni, finito evidentemente nell’espositore sbagliato. Lo proviamo, ed è perfetto. E’ intonso. Sembra nuovo! Amalia ha esultato saltellando a piedi pari con le braccia in alto.
Resto sbalordita a pensare alla sequenza di eventi: lei aveva chiesto chiaramente quel vestito, non aveva avuto dubbi che avrebbe portato quel vestito, tuttavia nel momento in cui non lo avevamo trovato, era stata felice di scegliere un’alternativa. Chiedendo alla commessa, abbiamo riattivato quel desiderio e lei, da sola, è stata attratta a guardare un’ultima volta verso l’espositore. Quello che prima “non c’era”, si è fatto visibile ai suoi occhi.
Cose da ricordare quando vogliamo creare nella nostra vita quello che ancora non c’è:
La prima: se non chiediamo chiaramente non stiamo dando la possibilità che ciò che desideriamo ci venga effettivamente dato. E mi riferisco sia a ciò che vogliamo sperimentare e creare nella nostra vita, di materiale o meno, sia, più semplicemente, al ricevere aiuto e supporto. Fisico, materiale o psicologico, non fa differenza.
Fateci caso: in generale, e soprattutto se siete mamme. Affermate spesso che nessuno vi aiuta a fare niente? E avete effettivamente chiesto l’aiuto che vi serve? C’è una tendenza a dare per scontato che gli altri debbano capirlo da soli, dimenticando che il dono di leggere la mente è un dono piuttosto raro. Se vi siete riconosciute, potrebbe essere un buon indice che avete – parzialmente – dimenticato come si fa a chiedere.
La seconda, è diventare consapevoli della resistenza. A volte ciò che desideriamo è davvero lì, sotto i nostri occhi. Il nostro sguardo però è talmente fisso su tutto “quello che non c’è”, che non lo vediamo nemmeno. Forse non si trova esattamente dove pensiamo che dovrebbe essere – davvero solo poco più in là.
Non è infatti quando decidiamo di aprirci a vedere – al di là di quello che ci stiamo da sempre raccontando – che finalmente notiamo quello che non avevamo mai visto prima?
Allora guarda bene: su cosa stai fissando lo sguardo che non ti sta servendo più?
La terza cosa da ricordare, è anche un dono: ho capito di essere stata testimone di un miracolo*. Questo mi ha poi ricordato il potere di chiedere e restare aperti a ricevere, lasciandosi andare nel processo, con fiducia. Siamo costantemente testimoni di miracoli, di cui purtroppo spesso non ci accorgiamo.
E quando siamo testimoni, ecco che diventiamo messaggeri.
Ho subito fatto notare a mia figlia che aveva appena assistito ad un esempio di legge di attrazione in azione. Lo stesso vale anche per te.
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“Chiedi e ti sarà dato,
cerca e troverai,
bussa e ti sarà aperto.
Perché chi chiede ottiene,
chi cerca trova
e a chi bussa, viene aperto”
Gesù
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*miracolo = cambio di percezione