Questa settimana ti racconto la storia di cambiamento di Cecilia, arrivata da me, come spesso accade, con alcune idee ben precise su cosa desiderasse cambiare nelle sua vita.
Cecilia ed io ci siamo incontrate in occasione di uno dei miei incontri online, in cui raccontavo appunto di come la nostra mente funzioni e di come possiamo imparare ad utilizzarla meglio per rendere la vita più piacevole e facile. Faccio sempre fare un esercizio pratico, per permettere alle persone di provare su pelle quello di cui sto parlando.
Ispirata dall’esperienza, Cecilia ha deciso che era arrivato il momento di mettere ordine ad alcune questioni personali: la fame emotiva (di cui ti ho raccontato anche in questo articolo qui) e la capacità di sentirsi più sicura di sé, specialmente nelle relazioni.
Come spesso accade durante il percorso Torna al Cuore, arrivate da me con alcune idee a guidarvi rispetto a ciò che credete sia il problema. E magicamente, la vostra Anima si attiva per portare a galla quello che davvero avete bisogno di vedere, capire e risolvere.
L’autostima è una questione di rispetto
Sebbene finiamo spesso col pensare che le persone sicure di sé non abbiano mai problemi, dimentichiamo che quella è, più che altro, una storia che ci raccontiamo. Le persone che si stimano sono persone sicure di sé stesse, nel senso che prendono successi e fallimenti per quello che sono – e cioè il risultato di azioni compiute in un determinato modo – invece di trasformarli in strumenti di tortura verso se stesse.
Mentre Cecilia rivede il rapporto con il cibo, inizia a dargli finalmente il giusto ruolo. Mangiare in modo sano ed equilibrato diventa qualcosa che serve a nutrire il meglio di sé e non a soffocare le emozioni difficili che percepiamo. Inizia a sentirsi più leggera e sicura di sé e ad emanare la sua energia con fiducia.
Avere fatto spazio in questo senso, le permette anche ad accorgersi che tutte le sue relazioni hanno una caratteristica in comune: lei stessa.mRiconoscere il suo valore così come i suoi limiti, fa diventare naturale e quasi ovvio fare cose mai fatte prima, come prendersi i propri spazi ed essere più assertiva nella comunicazione.
Il team che guida al lavoro si accorge di questo ritrovato entusiasmo e beneficia immediatamente della sua capacità di guidare con fiducia gli altri, che finalmente riconosce e apprezza in se stessa.
E piano piano i problemi da cui era partita, iniziano a sistemarsi da soli, mentre si fa strada un aspetto molto più profondo che chiede di essere riconosciuto e guarito: la paura dell’acqua.
Essendo stata una sua caratteristica sin da bambina e, da donna piena di risorse qual’è, avendo fatto del suo meglio per gestire quelle irrazionali sensazioni, non si aspettava certo di scoprire quanto poi è emerso.
Non solo la sua paura risaliva ad un’esperienza percepita in maniera molto drammatica avvenuta durante la sua infanzia. Nella ricerca della causa, Cecilia si imbatte in un’esperienza rivelatoria e totalmente stravolgente.
La Sindrome del Gemello Scomparso
Mi addentro per qualche minuto nella scienza degli ultimi decenni, che permette di verificare piuttosto accuratamente la presenza di uno o più embrioni nell’utero della madre. A volte questi vengono riassorbiti o espulsi nei primi mesi della gestazione, da una madre inconsapevole di quanto stia accadendo. E questa inconsapevolezza era ancora più largamente diffusa in tempi in cui gli ultrasuoni non erano ancora stati messi in uso in questo senso.
Queste gravidanze ad oggi appaiono essere molto più diffuse di quanto si creda (una donna su 10). E a fare da spia a questo avvenimento, oltre che a portarne tutto il peso, è proprio il sopravvissuto.
Senso di solitudine, di colpa, di impotenza e di morte sono esperienze comuni nei bambini sopravvissuti. A tutto questo oggi è stato appunto dato un nome: la sindrome del gemello scomparso.
Come si può immaginare, quelle emozioni non hanno una ragione logica o ovvia. Cecilia ricorda bene che fin da molto piccola, chiedeva alla madre dove fosse “quell’altro fratello, quello più piccolo”.
Essendo lei l’ultima arrivata, ed essendo molto piccola, le veniva risposto che non c’era nessun fratello e che si trattava della sua immaginazione. E anche se i fatti esterni davano ovviamente ragione al volo di fantasia (non c’era nessun fratello più piccolo con cui giocare), dentro di lei continuavano le emozioni e le sensazioni inspiegabili.
È facile immaginare la forza della lotta interiore tra la verità da lei percepita e inesprimibile e i dati di fatto – e come potrebbe fare sentire chiunque di noi!
La verità viene alla luce
Continuando la nostra esplorazione insieme, Cecilia torna al grembo materno, al momento della sua gestazione: e mentre lotta con condizioni uterine precarie e non ideali, dovute ad una svista medica, Cecilia riconosce chiaramente che quello con cui aveva condiviso lo spazio fin a quel momento, non ce l’aveva fatta. “È scomparso, andato” e l’emozione e lo stupore prendono il sopravvento, a liberare la difficile intersezione tra l’origine della sua vita, la sua consapevolezza e le paure più profonde.
Personalmente, essere testimone di una tale rivelazione, è stato profondamente illuminante. A volte è nello spazio di pochi secondi e qualche precisa parola, che il nostro subconscio ci offre la chiave per ritrovare la libertà.
Come puoi sentire dalle parole di Cecilia stessa, nel video qui sotto, la trasformazione avvenuta è andata ben oltre le idee mentali e le aspettative, per abbracciare la capacità di portare finalmente la pace nella sua mente e nel suo passato.
Dal termine nel nostro percorso, Cecilia continua a raccogliere benefici e raggiungere traguardi personali e lavorativi. Nulla può darci sicurezza, autostima e ispirazione come l’aver imparato a vedere e considerare noi stessi sotto una luce nuova e costruttiva.
Su questa Storia di Cambiamento
Osservando a distanza il lavoro fatto, resto affascinata da quello che osservo a livello profondo.
C’è una connessione evidente tra l’acqua (che anche a livello onirico rappresenta le emozioni) la fame emotiva e la paura dell’acqua stessa. L’acqua è la fonte principale della vita e uno degli aspetti più spirituali della nostra esperienza terrena. L’acqua è il luogo dove restiamo immersi per quei 9 mesi di preparazione alla vita che ci attende al di là della porta. Sembra ovvia conseguenza che sperimentare la perdita di quel compagno di giochi, possa segnare in maniera profonda la nostra esistenza. La pancia è il nostro secondo cervello e la casa temporanea che noi donne offriamo ai nostri bambini.
Se stai leggendo e sai di essere in difficoltà con chiunque di questi aspetti, il primo luogo in cui ti consiglio di guardare sono proprio le tue emozioni e come le stai affrontando (o meno).
Sono sempre molto grata a chi dei miei clienti, si presta a condividere anche solo una piccola parte dei loro risultati e rispetto chi preferisce non farlo per ovvie ragioni.
In questi racconti, sfioro appena la superficie delle tante conquiste che raggiungete, ma lo scopo principale è davvero quello di farvi accorgere della multidimensionalità della nostra esistenza e che migliorare il proprio rapporto con se stessi è davvero possibile.
Se sospetti di poter aver avuto un gemello o se le esperienze ed emozioni descritte in questo articolo ti sono familiari, puoi imparare qualcosa di più specifico sull’argomento in questo libro: https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__la-sindrome-del-gemello-scomparso.php
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.