Le storie sono una forma non solo di condivisione e mantenimento della memoria, ma anche di terapia catartica, specialmente quando l’argomento del racconto è profondo, o intenso e tocca archetipi che condividiamo.
C’è stata una serie di avvenimenti concatenatesi il giorno prima del terribile incendio scoppiato nella California del Nord – che ha incenerito ettari di foresta e un intero quartiere della mia città – che sento il bisogno di raccontare.
Per due motivi:
- perché dalle storie degli altri impariamo e riceviamo ispirazione per la nostra vita. Ci aiutano a convalidare un’esperienza personale, che magari rischia di passare sotto traccia perché non ci diamo l’autorizzazione di credere a quello che abbiamo visto o sentito, o persino di credere che sia importante
- poi, perché seppure fisicamente e materialmente intoccata dalle fiamme, la vicenda mi ha toccata ad altri livelli e spero, con le mie parole, di aiutarti quindi a riconoscere i messaggi che tu stessa/o ricevi dall’Universo, o in qualsiasi modo tu chiami il Divino che conosci e intendi.
Sabato 7 Ottobre 2017 era partito come un giorno abbastanza normale – sebbene avessi un senso come di instabilità, che ancora oggi non so spiegare con altre parole.
Si decide di fare una passeggiata nei boschi, cosa che facciamo spesso, andando a visitare uno dei tanti parchi nazionali in cui non eravamo ancora stati. Questo nonostante il fastidioso sole caldo (ancora troppo caldo!) di ottobre. Come si fa a negare il cambio climatico contro tante evidenze?
Siamo usciti in maglietta e pantaloncini, e ci siamo avventurati lungo uno dei sentieri della foresta di Healdsburg.
Mentre camminavo, non potevo fare a meno di notare la polvere sulle mie scarpe, la terra secca, arsa da troppo tempo, nonostante l’autunno. Il sentiero si inerpicava su per un colle pieno di alberi, e così abbiamo proseguito, chiacchierando di buon umore.
Come succede sempre, stare nella natura mi rinvigorisce. Infatti ero particolarmente contenta di essere lì. Camminando in salita, concentrata sul mio percorso come solo su un sentiero in mezzo agli alberi so fare, ho sentito la mia energia ristabilirsi, riequilibrarsi.
Una volta ridiscesi dall’altra parte, il mio percorso si è leggermente separato da quello degli altri. Sono rimasta indietro e mentre vagavo tra gli alberi, immersa in quell’energia pacifica e dolce, questo albero mi ha guardata. Penso che mi abbia guardata per primo, perché mi sono voltata di scatto come quando percepisco qualcuno guardarmi – ti capita mai?

l’Uomo-Albero
Io ci vedo, chiaramente, una faccia. Stupita davanti a quell’espressione, chiedendomi e chiedendogli, più volte, cosa volesse dirmi, sono rimasta lì in silenzio per un po’. All’improvviso ho guardato in alto. Tutti gli alberi attorno avevano una folta chioma verde e gialla, ma lui, no. Lui si ergeva solo e bruciacchiato, con quello che rimaneva di qualche ramo. Forse era così alto da aver attirato un fulmine durante una tempesta e si è incendiato?
Mi sono allontanata dopo averlo salutato, raggiungendo gli altri che si erano accomodati in un’area di panchine di legno, disposte a semicerchio attorno a un piccolo palcoscenico, anche questo di legno. E mentre la mia bimba improvvisava il suo show con il cagnolino…
…mi sono sdraiata sulla panchina a pancia in su, a respirare, a osservare, a sentire. Le chiome degli alberi altissimi…i ritagli di cielo fra le foglie…la luce che si faceva strada tra i fusti, mentre il sole stava già scendendo.
Come in Cielo così in Terra,
mi sono ripetuta diverse volte, mentre mi perdevo tra i colori della luce e del verde.
Arrivato il momento di andare via, all’improvviso ho annusato del fumo. Sembrava…fumo misto a cherosene. Mi sono allarmata. Ho sentito un senso chiaro di pericolo. Mio marito mi ha spiegato che probabilmente qualcuno stava preparando il barbecue per la cena. In mezzo alla foresta, dico io? Ebbene sì – qui è normale che succeda.
Abbiamo lasciato il parco ma il senso di inquietudine mi ha accompagnata fino a casa. Ho ripensato spesso all’uomo-albero e a cosa volesse dirmi. È stato solo tardi dopo cena che la mia inquietudine si è impennata un’altra volta.
Era piuttosto tardi e stavo lavando i piatti. Il vento, dal nulla, ha letteralmente iniziato a ululare davanti alla finestra della mia cucina. Camminando avanti e indietro per casa, lo potevo sentire muoversi tra gli alberi e le piante del giardino, nervoso, irritato. Non si possono usare altre parole per descriverlo. Nel giro di pochi minuti, ha preso a urlare e sbattere, proprio come si fa quando si ha uno scoppio di rabbia improvvisa. E per un secondo ho pensato al pericolo che avevo percepito, alla terra arsa e al vento che stava correndo infuriato.
Sono andata a letto per ultima, mentre tutti erano già a dormire. La finestra del bagno era leggermente aperta. All’improvviso, è arrivata una folata di vento che ha letteralmente sbattuto la porta del bagno fino a chiuderla in un colpo solo. Ho avuto un moto di fastidio. Ho chiuso di scatto la finestra del bagno, e me ne sono andata a dormire.
Verso le tre del mattino, mi sono svegliata di colpo. Non riuscivo a dormire e sono rimasta sveglia per quasi due ore, entrando ed uscendo da uno stato di dormiveglia. In quelle poche ore, esattamente tre, gli incendi nati nell’area di Calistoga hanno percorso circa 20 chilometri in diverse direzioni. Nel buio della mia stanza ho iniziato a sentire dei boati a ripetizione, e molte, moltissime sirene. Non ho avuto il riflesso di accendere l’iPhone e controllare le notizie. Ma dopo poco, ho iniziato ad annusare del fumo, molto forte e persistente. Mi sono riaddormentata senza poter resistere.
La mattina successiva, mio marito ha commentato come fosse molto buio per essere già le sette del mattino. Alzo la serranda per guardare fuori…e il cielo è grigio, scuro di cenere e fumo, e giallo di fiamme, per fortuna abbastanza lontane. Il sole, un disco opaco e piatto.

Santa Rosa
Improvvisamente tutto il sentire del sabato, per me ha avuto un senso e una correlazione. Il senso di irrequietezza, l’uomo-albero dai rami bruciati, la percezione del fuoco e del pericolo dentro alla foresta. Come aver captato una vibrazione già nell’aria. Aver ricollegato il mio sentire e gli eventi di quel pomeriggio, mi ha aiutata a sentirmi al sicuro.
Sono seguite tre settimane che sono sembrate mesi, di dispiacere e preoccupazione, miste a una pesantissima energia di dolore e panico. Sebbene non sia stata direttamente la mia esperienza, era tuttavia tangibile. Un amico ha perso casa sua, e ha avuto letteralmente 60 secondi di tempo per salvare se stesso e il suo gatto, prima di vedere la sua casa mangiata dalle fiamme sotto i suoi occhi. Molte altre persone hanno subito la stessa sorte.
Ti ringrazio per aver ascoltato questa storia e desidero lasciarti con due riflessioni a riguardo, che spero possano esserti utili, in qualche modo.
- Siamo TUTTI connessi con Madre Terra. Penso se potessimo vivere con questa consapevolezza durante la maggior parte del tempo, che esperienza diversa potremmo avere della vita! Anche quando ci sentiamo fuori sincrono perché siamo persi a tenerci impegnati, quella connessione è ancora lì. Abbiamo solo bisogno di metterci di nuovo ad ascoltare. Come in Cielo così in Terra – come dentro, così fuori. Il nostro ritmo va riportato in sintonia. Non possiamo più permetterci di fuggire le nostre emozioni, di ignorare il fatto che i nostri pensieri non ci aiutano. Di non prenderci vera cura di noi stessi, degli altri, dello spazio fisico e mentale, dentro e intorno a noi. Di non aprirci alla verità di chi siamo. Stanno succedendo diverse cose, come avrai avuto modo di notare, e questi eventi parlano direttamente a tutti noi, indipendentemente dalla parte del mondo in cui viviamo.
- Questi sono tempi importanti. Il risveglio è necessario. E comincia tutto dal volerlo. Il fuoco per me simboleggia la purificazione, ma anche la passione e la minaccia metaforica di una vita spesa a rincorrere quello che non importa. Perché se il fuoco ben utilizzato scalda e porta luce, il fuoco incontrollato è in grado di riportare qualsiasi cosa allo zero primitivo. In che modo non stai tendendo al fuoco della tua Anima? Conosci e stai vivendo le tue passioni? Cosa hai bisogno di fare per ascoltare la voce del Divino dentro di te? Alimentalo il tuo fuoco, con costanza, amore e presenza.
Nel caso di Santa Rosa, l’amore si è fatto strada anche in mezzo al fumo, e la risposta è stata il risveglio del senso di comunità.
Nel video qui sotto puoi vedere alcune immagini girate la notte dell’incendio da una delle unità dei Vigili del Fuoco che si sono presentate ad affrontare questo evento devastante.
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