E.G. mi aveva contattata per risolvere un problema che la assillava fin da bambina: quello della fame emotiva.
Come spesso succede, le diete e i programmi alimentari non avevano aiutato granché. Quando la fissazione con il cibo è di origine emotiva, infatti, mettersi a regime non rappresenta la soluzione giusta. Se i chili se ne vanno per un po’, a fronte di sforzi notevoli, spesso poi ritornano … se non addirittura aumentano.
In parte è una questione di abitudini.
Il cibo è il nostro nutrimento, che per ragioni culturali diventa anche il centro attorno a cui ci si raccoglie: per conoscersi, per celebrare, per vita in comune.
Finiamo poi per dargli tutt’altro compito: farci compagnia, rievocare momenti felici del passato, sostituire qualcosa o qualcuno, permetterci di sfogare i nervi, quietare le emozioni che non sappiamo nemmeno bene come riconoscere e gestire altrimenti.
Ed ecco che emerge la fame emotiva
E. sentiva di avere dentro quello che descriveva come “un mostro”, che riusciva a prendere il sopravvento nei momenti di stress e nervosismo. In quei momenti, quello che lui voleva era di mangiare senza darsi davvero un limite, fino a quando un vago senso di pienezza la faceva smettere.
Ciò che E. voleva più di tutto era liberarsi di quell’incontrollabile bisogno di usare il cibo contro se stessa, che la coglieva perfino nei momenti di felicità.
Durante la sessione di RTT (Rapid Transformational Therapy) quello che faccio è di aiutare la persona ad arrivare alla radice del problema, individuando i momenti chiave, disseminati nella memoria profonda, che hanno creato le convinzioni errate e a sfavore del valore della persona.
Anche per E. sono emerse scene importanti della sua infanzia, in cui il nutrimento aveva sempre rappresentato l’unico modo per sentirsi amata. Gli scarni momenti di calore a contatto col seno materno, le avevano fatto percepire il cibo come l’unico modo per ricevere quell’amore, quell’attenzione e accettazione di cui ognuno di noi ha bisogno.
In ognuno dei momenti chiave, E. aveva sperimentato la sensazione di solitudine e di abbandono, che l’avevano condotta alla conclusione finale: non sono importante per nessuno.
Riconoscendo quelle sensazioni e comprendendo profondamente da dove fosse scaturita quell’idea, finalmente ha iniziato a liberare l’energia rimasta intrappolata per anni dentro di sé.
Non siamo vittime delle circostanze, ma dell’interpretazione che abbiamo dato alle nostre esperienze.
Ecco l’anello mancante e fondamentale.
Nelle settimane successive all’incontro, ogni tanto mi scriveva raccontandomi di come le sue abitudini fossero cambiate totalmente e naturalmente: non cercava più da mangiare nei momenti di stress coi colleghi, non correva più al frigorifero nei momenti di solitudine o confusione.
Fino al giorno in cui, facendo la spesa al supermercato, si rende conto di stare completamente evitando le corsie delle “schifezze” (patatine, dolciumi e via dicendo) e realizza la rivoluzionaria trasformazione raggiunta.
A quel punto decide di mandarmi la sua testimonianza, che puoi leggere qui sotto.
“Ho fatto una sessione di RTT con Elisa per lavorare su un problema che era con me da che ne ho memoria. Fin da piccola, ho avuto un atteggiamento compulsivo verso il cibo. E’ una cosa che davvero mi devasta perché nei momenti di forte stress emotivo, di solitudine o di gioia io ricorrevo al cibo senza riuscire a controllarmi. Solo chi ha il mio stesso problema può capire quanto brutto sia e quanto senso di colpa si senta dopo.
Elisa mi ha consigliato una sessione di Rapid transformational Therapy. Mi sono affidata a lei e abbiamo fatto una sessione online. Innanzitutto mi sono sentita seguita benissimo, come se Elisa fosse li presente vicino a me. Siamo andate a fondo e sono emerse delle cose che avevo completamente rimosso ma che hanno mostrato la chiave della causa. Ho sentito da subito che qualcosa era scattato.
A partire dai giorni successivi ho notato un allentamento della mia tensione interna costante (quel senso di ansia continua…immotivata) e nel tempo ho notato che piano piano l’attitudine a riempire con il cibo i momenti di vuoto emotivo, stava svanendo.
Mangiavo quando era il momento e ascoltavo il senso di sazietà.
Ho ascoltato la registrazione che mi ha mandato Elisa per i 28 giorni indicati, ma ho continuato anche oltre perché mi faceva stare bene.
Certo, qualche cedimento c’è stato, ma è stato momentaneo e contenuto.
La prova del nove c’è stata quando ho avuto un evento molto forte nella mia vita che mi ha completamente spiazzata. Li ho sentito un dolore profondo e mi sono sentita persa. Io non ho compensato con il cibo. Anzi ho avuto una chiusura verso di esso. Per me è stata una reazione totalmente nuova. Il cibo che solitamente era il mio consolatore, non mi veniva nemmeno in mente. In quel momento ho compreso quanto la sessione fatta fosse stata efficace e il risultato solido, nel momento del dolore profondo.
Sono infinitamente grata a Elisa per avermi consigliato la sessione di ipnosi e per la sua bravura nel condurmi e nell’aiutarmi a togliere lo schema malsano e a sostituirlo con l’amore per me stessa.”
Se desideri liberarti di un’abitudine che ti limita, prenota la tua sessione di RTT a questa pagina o guarda le altre testimonianze.
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